Constanza Turrini

Le ragazze
pensano hacker

Si comincia presto a pensare “hacker”. Sui banchi di scuola, quando la voglia di cambiare il mondo sembra un gioco da ragazzi. Anzi, da ragazze: perché l’informatica non è roba da maschi, bensì un metodo di lavoro trasversale che aiuta a trovare risposte ai problemi della nostra era.

progettazione-cospaces

“Girls code it better” è la testa d’ariete che promette di aprire molte possibilità per una nuova generazione di ragazze. Non tanto per sfornare nuove geek, ma per alzare il livello di autonomia delle donne. Secondo Costanza Turrini, ideatrice del progetto, l’informatica può educare a un nuovo modo di pensare. In un mondo in cui i progetti sul digitale sono frequentati per lo più da ragazzi, “Girls code it better” riserva i posti soltanto alle ragazze. Sembra una provocazione, ma è una questione di equità. Abbiamo incontrato Costanza per scoprire i retroscena del progetto, dai metodi alle possibili ricadute non solo scolastiche ma anche sociali. Perché anche l’informatica può essere un atto politico.

constanza-turrini Constanza Turrini, ideatrice del progetto
“Girls code it better”

Che cosa c’è di “hacker” in tutto questo? Offrire un progetto femminile nelle scuole medie obbliga tutti a una riflessione. Anche chi è contrario alla scelta di tenere i maschi fuori dai laboratori.

Costanza, perché offrire un club di creatività digitale alle ragazze, in esclusiva?

Il gender gap resta ampio, anche se le donne si laureano di più, studiano di più e ottengono risultati scolastici migliori fin dalla primaria. A meno che non vivano in un ambiente familiare già vicino a questi temi, le bambine e le ragazze hanno meno opportunità. Di fatto, se in prima media molte pensano di poter progettare il futuro in modo libero, in terza media sono già vittime degli stereotipi e orientate verso qualcosa di “giusto” per le donne. Noi cerchiamo di aiutarle a compiere la scelta migliore per loro, quella che coincide con le loro passioni. E a farne un successo.

State addestrando nuove bambine ribelli?

Non insegniamo la competizione, ma aiutiamo a costruire un percorso personale, nel quale inserire la scoperta di talenti, lo sviluppo di competenze, fare ciò per cui si è portati. “Girls code is better” aiuta la collaborazione, insegna a lavorare in gruppo, apre il ventaglio delle tante intelligenze, tutte importanti e preziose. Per questo caldeggiamo l’iscrizione anche delle ragazze meno motivate, più disorientate per le quali tecnologie e metodo possono fare la differenza. In questo senso, il nostro è un approccio “hacker” che tenta di cambiare le regole del gioco.

Sarebbe utile allora giocare d’anticipo e partire dalla prima infanzia…

No, perché tra i più piccoli lo stereotipo non è sempre saliente. Portare l’attenzione sulla differenza di genere finirebbe per renderlo più incisivo anche nei contesti in cui non lo è. È per questo che ci concentriamo sulle pre- adolescenti e le adolescenti, fino alle scuole superiori dove il progetto si configura come PCTO con risultati quasi professionali e team di lavoro allenati a negoziare le soluzioni migliori.

montaggio-progettazione montaggio-mbot In alto : fase di progettazione - Scuola sec. primo grado, G. Floreanini, Domodossola (VB)
Sotto : montaggio robot mBot - Ist. comp. Manzoni, Lucera (FG)

Con “Girls code it better” vogliamo mitigare gli effetti degli stereotipi e spalmare in più scuole possibili le opportunità di scelta, in modo da liberare le ragazze dai ruoli sociali predefiniti.

Nella pratica, su cosa si mettono alla prova i vostri team?

Lanciamo dei macrotemi che vanno dalla sostenibilità ambientale al benessere scolastico, in linea con i valori dell’Agenda 2030. Poi i team individuano problemi specifici e arrivano a realizzare un prodotto o un servizio che coinvolge una o più aree strumentali: elettronica e automazione, progettazione e stampa 3D, web design e web development, programmazione app e gaming, realtà virtuale aumentata, videomaking e grafica. Attraverso il metodo GCIB, mutuato dal PBL (Project based Learning), le ragazze individuano soluzioni innovative e tecnologiche al problema che è stato posto loro. I nostri team creano prodotti molto vari, che vanno dal percorso museale per non vedenti al portapenne antistress, dai giochi di società ai progetti di automazione con Arduino. Soluzioni per problemi che cambiano nel tempo a seconda delle esigenze più attuali.

E i maschi non si sentono esclusi?

A volte i ragazzi si sentono esclusi e proponiamo loro i molti laboratori e percorsi che possono frequentare sul territorio. Noi continuiamo a credere che sia necessario “riservare i posti” per una questione di equità, vista l’ampia disponibilità di laboratori digitali aperti a tutti.

montaggio portalibri
progettazione-interni In alto : Laboratorio - Scuola secondaria di primo grado G. Carducci, San Cataldo (CL)
Totem portalibri - Scuola secondaria di primo grado Gobetti De Filippo, Quarto (NA)
Sotto : progettazione d'interni - Ist comp. M.K Ghandi, Rottofreno (CL)

Che tipo di cambiamento possiamo attenderci da questo investimento nell’informatica al femminile?

Siamo ancora agli inizi ma possiamo intuire qualche possibile direzione, anche grazie alla nostra collaborazione con diverse Università per misurare l’impatto del progetto sulla scuola e sulle ragazze che partecipano. I dati attestano ancora che le ragazze nella scelta della scuola superiore o all’università, prediligono i percorsi umanistici a quelli scientifici. Nelle iscrizioni all'università che vedono la presenza femminile al 59,7%, gli orientamenti sono al 16,6% in ingegneria e informatica e al 76% nelle discipline artistiche, letterarie e dell’Educazione ma anche al 69,3 in medicina e nelle discipline sanitarie. Le ragazze paiono interessate alle scienze umane e hanno voglia di cambiare il mondo, e questo va bene perché avremo sempre più bisogno di filosofe che sappiano programmare e di ingegnere attente alle scienze della vita.

Interessante. Sembra quasi che “Girls code it better” funzioni come moltiplicatore di innovazione. Non solo un progetto
con sfumature hacker, ma capace di generare una mentalità hacker…

Creare un videogioco è più importante che giocarci. Ci interessa riflettere sulle strategie prima di mettere le mani su un computer, risolvere i problemi reali in maniera creativa per creare qualcosa di nuovo. I nostri Coach maker sono figure tecniche ma anche dei creativi che usano le tecnologie per la creazione, e non per un uso fine a se stesso.

La tecnologia non è un fine, ma un mezzo per sviluppare creatività digitale e imprenditorialità.

gaming-riciclo fase-di-creazione progettazione-3D
A sinistra : progettazione gaming sul riciclo - Ist.comp Cosme Tura, Ferrara
A centro : fase di creazione - Concesio (BS)
A destra : progettazione 3D - Desenzano del Garda (BS)

Quanto conta il prodotto, in termini di risultato?

Meno del processo. Il nostro metodo, mutuato dal project management, è focalizzato proprio sul valore del processo, più che del prodotto. Durante gli eventi finali, a volte le ragazze presentano dei prodotti non totalmente finiti. Un fallimento? Tutt’altro. Raccontando il percorso, emergono le competenze acquisite: riflettere, proporre, ascoltare il contributo delle altre, lavorare sull’errore oppure immaginare possibili nuovi sviluppi per espandere le potenzialità di un’idea. In più, mostrare le loro ipotesi di realizzazione e i prototipi permette loro di sfruttare l’evento finale per ottenere feedback dai presenti, preziosi per la conclusione della realizzazione del loro prodotto.

Come potrebbe cambiare lo scenario con la diffusione delle tecnologie AI?

Bisognerà educare alla riflessione profonda. Pensare in maniera critica è un obiettivo ancora più importante da quando l’intelligenza artificiale è in grado di darci risposte preconfezionate. A breve molti processi tecnici saranno più accessibili, e a quel punto sarà più importante domandarsi le ragioni e gli obiettivi. Il digitale sta diventando sempre meno tecnico e sempre più umanistico: per creare il futuro, devi imparare a pensare.

realta-virtuale fase-stampa-3D

Il vostro prossimo obiettivo?

Coinvolgere sempre più ragazze anche fragili o poco motivate verso le nuove tecnologie. Speriamo che non vengano scoraggiate dall’iscriversi ai laboratori pomeridiani e spinte a convogliare l’attenzione solo verso i compiti a casa. “Girls code is better” è un percorso che arricchisce migliorando l’autostima, dando nuova energia per essere sostenute nel percorso di apprendimento in generale.

Un’ultima domanda, Costanza. Qual è il segreto del vostro successo?

Il divertimento. Sono una sostenitrice dell’eccitazione dell’apprendimento. Credo che gli umani si esaltino nell’apprendere cose nuove, mentre al contrario si annoino di fronte a ciò che è troppo facile. Nella zona di sviluppo prossimale si trova qualcosa di giustamente difficile che spinge a diventare più competenti. Il nostro metodo scatena il divertimento per varie ragioni: c’è la soddisfazione del diventare esperte, la possibilità di sperimentare la propria leadership, la collaborazione o semplicemente di conoscere le compagne di altre classi. Il risultato? Succede che dopo 3 ore di club abbiano ancora voglia di continuare a lavorare, creando insieme innovazione.

Images courtesy of “Girls code it better”

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